di Angelo Longo e Michele Corona | Fondazione museo storico del Trentino | Trento 2011.
En pizech de sal: alimentazione memorie ricette a Primiero non è un buon ricettario (video-ricettario), anzi è un cattivo ricettario. Non emerge la bontà dei cibi, la giustezza degli ingredienti, l’abbinamento tra sapori: salta invece subito agli occhi la monotonia dei prodotti, l’utilizzo quasi ossessivo di grassi animali, l’estrema semplicità delle procedure, la lentezza delle cotture e ricotture. Emerge il contrasto con la cucina che popola le televisioni, le riviste e i ricettari delle cuoche e dei cuochi di oggi. Emerge la differenza tra “stili alimentari”: tra l’alimentazione di una piccola valle del Trentino occidentale durante la prima metà del Novecento e l’alimentazione globalizzata dell’oggi (nonostante la tipicità galoppante).
En pizech de sal nasce all’interno del progetto “Sapori&Saperi: storia e memoria dell’alimentazione a Primiero”, che ha raccolto e schedato più di tremila fonti (documenti d’archivio, fotografie, articoli e testi, manoscritti, interviste) sull’alimentazione valligiana dal 17° secolo al secondo dopoguerra: controversie su importazioni ed esportazioni, tasse e tributi sui generi alimentari, tecniche e calendari agricoli, campi di granoturco, dimensioni delle vacche, aneddoti culinari. Moltissimi dati, quasi un’infinità.
Mancava soltanto di entrare in cucina e documentarne il silenzio rotto dal suono delle cotture: mancava la componente pratica del cibo, la sua manipolazione.
Sono state quindi contattate 17 persone provenienti da tutti (o quasi) i paesi di Primiero, ognuna di esse è stata intervistata (materiale poi utilizzato per montare il “capitolo 1, Memorie”) mentre 12 si sono messe davanti ai fornelli (“capitolo 2, Ricette”). Le ricette sono state eseguite in luoghi familiari agli informatori (casa o baita) per riuscire a ricreare una situazione il più possibile “spontanea” (telecamera permettendo), dove poter catturare ogni aspetto dell’esecuzione: gesti, parole, oggetti, attrezzature, rumori, tecniche, ricordi e speranze; anch’essi ingredienti essenziali del contesto alimentare, il quale, alla fine, è diventato il vero oggetto da documentare.
Un’anteprima è disponibile qui e la copertina qui.
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